BIANCO E NERO

La storia e la tradizione della fotografia riservano al bianco e nero un posto di prim’ordine. Per più di un secolo si è infatti scattato in monocromia, fino all’avvento dei primi rullini a colori negli anni ’30.

Parlando dei giorni nostri, i software di postproduzione ci permettono di ottenere qualsiasi tonalità di colore o effetto desideriamo, potendo inoltre sfruttare la spaventosa gamma dinamica che i sensori moderni permettono di estrarre. Non c’è alcun limite alla creatività.

Fatta questa premessa, perché molti fotografi amano ancora il bianco e nero nel ventunesimo secolo? Può sembrare una domanda banale, scontata, ma non lo è affatto.

Provo a rispondere, prendendo in considerazione quelle che sono le caratteristiche di questo genere di fotografia.

Scattare in monocromia permette di concentrare gli occhi dello spettatore sul contenuto dello scatto, togliendo ogni forma di distrazione dovuta al colore, rendendolo più efficace.

Oltre a questo, il bianco e nero permette una maggiore espressività in fase di scatto e postproduzione, in quanto nessuno pretenderà il massimo realismo da una fotografia in bianco e nero. Tutt’altro. Si può giocare sui diversi livelli di luminosità, sui contrasti, sulle texture, sulle ombre. Non ci sono limiti dettati dalla pretesa di riprodurre la scena come gli occhi l’hanno vista (o si aspettano di vederla).

Non ci sono limiti alle interpretazioni. Si può decidere di estremizzare il contrasto, o al contrario minimizzarlo e creare un’atmosfera quasi onirica. Si può lavorare sulla luce ottenendo high key o low key molto enfatizzati. Si possono far risaltare determinati soggetti o texture, sfruttando le varie tonalità di grigio, i passaggi tonali o di luminosità. Si può sfruttare il rumore digitale rendendolo del tutto simile alla grana delle vecchie pellicole, ottenendo foto con effetto “vintage”.

La monocromia è un’arma incredibile nelle mani di un fotografo. Abbatte le barriere del realismo, permettendogli di concentrare la mente dello spettatore sull’essenza dello scatto.

Detto questo, è evidente che scattare in bianco e nero non significa semplicemente desaturare i colori. Anzi. È un processo che parte prima dello scatto, nella mente del fotografo. Condiziona inoltre tutti i passaggi successivi, dalla postproduzione alla stampa.

È un modo diverso di ragionare, di vedere la scena attraverso il mirino della propria macchina. Un altro modo di interpretare la fotografia. L’occhio deve concentrarsi sui contrasti, sulla luce, sulle forme. Valutare come valorizzare la scena, il soggetto, le ombre e le luci, la tridimensionalità degli elementi.

Lo stesso scatto, a colori o in bianco e nero può apparire completamente diverso. Indirizzare l’occhio e veicolare emozioni in modo notevolmente differente.

È importante pensare a ciò che si vuole ottenere prima di premere il pulsante di scatto. Bisogna imparare a vedere in bianco e nero.